Banshees
Il regista Martin McDonagh ha girato il suo film The Banshees of Inisherin in parte sull’isola di Achill e in parte su quella di Aran (chiamata anche Inis Mòr o Inishmore, per chi usa il termine adottato dagli inglesi). Da qui il nome Inisherin, creato per il film.
Una banshee è invece la “donna del tumulo delle fate” o la “donna delle fate”, uno spirito femminile del folklore irlandese che annuncia la morte di un membro della famiglia, di solito urlando, lamentandosi, strillando o gemendo.
Il film racconta di due amici che entrano in rotta di collisione. Uno dei due ritiene l'altro noioso. La situazione degrada. Da una parte c’è chi dà il via al conflitto per motivi perlomeno misteriosi. Dall’altra c’è chi invece non capisce che qualcosa nel rapporto è cambiato, che serve un altro approccio, un altro atteggiamento. Il primo vive la frustrazione di non farsi capire, l’altro invece è incapace di vedere il mondo con occhi diversi e non sa o non può reagire. Si arriva all’assurdo e, a quel punto, è perfettamente inutile cercare di capire chi ha cominciato o di chi è la colpa. E altrettanto inutile sembra essere la ricerca di una via d’uscita. Una situazione complicata e irragionevole, come sempre lo sono le cause di un conflitto e l’inevitabile escalation che ne segue.
Vale per questa amicizia e vale per altre guerre. Anche per quella che ha insanguinato per anni una parte dell'Irlanda e che rimane tuttora un tema sensibile. McDonagh non lo dice, ma forse il film parla proprio di questo.
Inutile dire che dopo aver visto il film ho messo in programma una visita alle isole di Achill e Aran.