Verso Sud
Dieci anni fa ho rinunciato al progetto di ripercorrere l’itinerario seguito nel 1959 da Pier Paolo Pasolini lungo la costa italiana. Volevo spiegarne il perché già nel post precedente, ma poi mi sono perso, a causa di un vago sintomo di logorrea primordiale. Ci riprovo, da capo…
Nel 2015 pensavo di seguire la via Aurelia, da Ventimiglia al Lazio, per poi continuare verso sud. Viaggiavo in auto, con una Land Rover acquistata d’occasione un paio d’anni prima. Avrei voluto fermarmi spesso, guardarmi attorno, bere un caffé, far due chiacchiere con il primo venuto. Macché… Trovare un parcheggio per quel catafalco lungo l’Aurelia si rivelò subito una missione impossibile. Gli unici posti disponibili erano gli spiazzi anonimi accanto ai distributori di benzina o qualche slargo abusivo nei pressi delle discariche.
Arrivato a Genova in tempo record, ho rinunciato. Ero stanco, affamato e anche un po’ frustrato. Ho imboccato la Camionale (Autocamionale Genova-Valle del Po, com’era stata battezzata nel ‘35) e sono tornato a casa, al nord. Mi ero imposto un compito troppo oneroso, fatto di tappe obbligate e visite ai luoghi deputati. Non era più un viaggio, ma una via crucis.
Martedì o mercoledì riparto, meteo permettendo. Questa volta senza pianificare nulla o quasi. Prendo la moto, seguo la costa dell’Adriatico, e vado verso la Basilicata, in direzione contraria rispetto all’itinerario seguito da PPP e al mio tentativo fallito. Non vuol dire nulla o quasi, salvo che ho l’intenzione di seguire l’istinto e andare a memoria, da Rimini fino a Gallipoli, se la voglia regge.
La lunga strada di sabbia, inteso come libro, me lo porterò appresso a mo' di viatico. Prima o poi, su qualche spiaggia remota o lungo un’impervia litoranea del meridione, tornerò volentieri a quelle pagine, a quel ritratto a volte tenero a volte feroce dell’Italia di allora.